Il tratto principale del tuo carattere?
La dolcezza. Credo che sia la nota che mi contraddistingue, quella che è apprezzata da tutti e che fa dire a molte miei pazienti ‘con lei, anche se sono una persona inquieta, mi sento tranquilla e rilassata’. D’altronde la dolcezza, espressa nello sguardo, nel tono della voce, nel modo di agire è il modo in cui si manifesta la benevolenza. Tengo a precisare che non è assimilabile alla debolezza anzi, forse insospettabilmente, é congiunta a forza di volontà e tenacia notevoli che mi rendono determinata e, spesso, irriducibile.
Qual è la qualità che apprezzi in un collega?
La professionalità. Ammiro molto i colleghi alla continua ricerca di formazione, di perfezionamento, di approfondimento. Sono sempre pronta ad imparare da quelli più bravi e più esperti di me.
Qual è la qualità che apprezzi in un paziente?
La disponibilità, l’attitudine ad affidarsi. Questo mi rende serena nel rapporto con il paziente. Al contrario é faticoso sentire la diffidenza o la presupponenza di chi arriva con il programma terapeutico già pronto o, magari, con esperienze già fatte altrove portate a modello di perfezione e, tuttavia, inspiegabilmente abbandonate. Inoltre è molto diffusa, attualmente, l’idea di sapere tutto anche meglio di un medico con formazione specifica, per aver ricevuto informazioni da interviste televisive o da riviste o da internet. Ammetto che fidelizzare questo tipo di pazienti all’inizio rappresenta una sfida e poi, una volta superato il gap iniziale, diventa motivo di soddisfazione.
Cosa apprezzi di più della SIME?
Il fatto che la società ha come principale obiettivo la scientificità: è con questo criterio che viene organizzato il congresso nazionale SIME. In quanto membro del comitato scientifico del congresso e del dell’editorial board della rivista Aesthetic Medicine, è per me motivo di orgoglio ottenere il riconoscimento da parte di tanti colleghi, provenienti da ogni zona d’Italia e del mondo, per il rigore scientifico delle relazioni congressuali e delle pubblicazioni curate dalla SIME. Inoltre mi piace molto che la nostra società sia organizzata in Capitoli, cioè gruppi di studio, nell’ambito dei quali si possono approfondire vari argomenti. Il Capitolo Accademia, di cui sono Coordinatore nazionale, è costituito dai diplomati della scuola internazionale di medicina estetica FBF, Roma. Ha il compito principale di divulgare sul territorio la corretta interpretazione della medicina estetica, compito reso urgente dalla visione fuorviata proposta dai media e da medici per nulla professionali. Un’altro importante obiettivo dell’Accademia è quello di realizzare studi clinici multicentrici.
Il tuo peggior difetto? Sono permalosa. Un difetto che, comunque, non ha conseguenze. Dico spesso scherzando ‘essendo meridionale la mia prima reazione sarebbe immediata e viscerale poi, però, prevale la mia sovrastruttura : un perfetto aplomb inglese che mi rende controllata e pacata’. In effetti, anche se riesco a gestire il mio disappunto, impiego molto tempo a metabolizzare le offese e, per dire tutta la verità, le accuse immotivate e le ingiustizie possono farmi andare in escandescenze.
Il tuo passatempo preferito? Lo Snorkeling a cui, in estate, dedico molto tempo. Fino a qualche anno fa, facevo molto sci d’acqua, mentre ora mi dedico solo occasionalmente a questo sport. In inverno amo tutti gli allenamenti che si svolgono in piscina : acquagym, idrobike, idrowalk, idrojump. Mi diverto tantissimo.
Cosa sogni per la medicina estetica? Che le venga riconosciuta tutta la sua valenza come medicina preventiva volta a realizzare principalmente la qualità della vita e il benessere psico-fisico dell’essere umano.
Quale sarebbe, per te, la più grande disgrazia per la medicina in generale? Che sia gestita da persone incompetenti, senza scrupoli e venali.
Che medico vorresti essere? Vorrei partecipare a qualche missione di medici senza frontiere.
Nel quotidiano vorrei essere sempre più capace di comprendere fino in fondo il malessere e il disagio dei miei pazienti.
In che paese vorresti vivere? Potrei vivere dovunque perché ho notevoli capacità di adattamento. Il mio posto ideale comunque è Creta.
Quale aspetto della prima conversazione con un paziente è più importante per te? L’ascolto. Lasciare al paziente il tempo e la possibilità di raccontare il suo vissuto, di esprimere i desiderata, di illustrare gli obiettivi. L’ascolto attento dà la possibilità di entrare in sintonia con la persona che abbiamo difronte e di poter realizzare un programma il più possibile personalizzato e aderente ai suoi bisogni.
Il tuo momento della giornata preferito? La tarda serata. Sto sveglia fino a tardi ed ho bisogno di quello spazio, tutto personale, in cui mi dedico alla lettura o a vedere un film. Spesso lavoro a progetti o a ricerche con la concentrazione garantita dalla assenza dei ritmi frenetici e del caos del giorno.
Quale argomento preferisci ascoltare ai convegni? Tutto ciò che riguarda il ringiovanimento cutaneo. Preferisco le tecniche iniettive e i peeling a quelle che necessitano di apparecchiature.
I tuoi scrittori preferiti? Hosseini, Calvino, Dostoevskij, Pirandello
I tuoi poeti preferiti? Alda Merini, Pedro Salinas, Jacques Prevert, Pablo Neruda
Chi sono i tuoi eroi?
Ghandi. Martin Luther King. Coloro che si sono contrapposti alla mafia come Peppino Impastato. I grandi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
E le tue eroine?
Ipazia. Marie Curie. Madre Teresa.
Quale musica preferisci ascoltare? Jazz, in particolare il blues.
Amo moltissimo anche tutta la musica ballabile di qualsiasi genere.
Il tuo pittore preferito?
Salvador Dalì per la sua stravagante immaginazione e il suo suggestivo simbolismo
Un eroe nella tua vita reale?
Il prof Carlo Alberto Bartoletti, che da pioniere ha portato in Italia un movimento culturale appena agli esordi in Europa. È stato il mio maestro di arte medica e di vita e mi ha insegnato un mestiere che amo ogni giorno di più.
Una eroina nella tua vita reale?
Mia nonna è la mia eroina. Porto il suo nome come voleva la tradizione in quegli anni. Dotata di senso degli affari e di capacità manageriali, durante la sua lunga vita, ha acquistato terreni, diretto un frantoio un’azienda vinicola, un alberghetto. Ha intuito l’importanza della cultura. L’ ammiro anche per il coraggio dimostrato durante la guerra quando, dalla lontana Catanzaro è arrivata a Roma, da sola, per dare l’ultimo conforto al morente marito della figlia primogenita, morta giovanissima qualche anno prima. Sorpresa dai bombardamenti é riuscita a scappare e a ritornare a casa. Una donna coraggiosa, intraprendente, legata alla tradizione e, al tempo stesso, proiettata verso l’innovazione.
Cosa detesti?
L’ arroganza, il razzismo e la mentalità mafiosa.
Un personaggio della storia che odi più di tutti?
Adolf Hitler. Iosif Stalin.
L’impresa storica che ammiri di più?
Lo sbarco sulla luna. Era il 1969, io ero una bambina e, come tutti, ero incollata al televisore che trasmetteva le immagini degli astronauti che scendevano dalla navicella spaziale e calpestavano il suolo lunare. Abbiamo vissuto la sensazione che il futuro eravamo noi! Che l’uomo aveva capacità illimitate! Abbiamo vissuto l’idea della ‘p o s s i b i l i t à’ e cioè che tutto è possibile e si può realizzare. Momenti indimenticabili.
Un dono che vorresti avere?
La capacità di volare.
Come vorresti morire?
In pace con me stessa.
Come ti senti attualmente?
Matura ed equilibrata
C‘è un paziente che non hai mai dimenticato?
Non dimentico mai nessun paziente.
La frase che t’ispira maggiormente in questo periodo è:
‘La vita è come un’ eco: se non ti piace quello che ti rimanda, devi cambiare il messaggio che invii’ (James Joyce)