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Il consumo quotidiano di frutta fresca riduce il rischio di malattie e mortalità cardiovascolari anche nella popolazione cinese


Scritto da  Dott. Domenico Centofanti

 

Consumo di frutta fresca e principali malattie cardiovascolari in Cina

Du H, Li L, Bennett D, et al. Fresh Fruit Consumption and Major Cardiovascular Disease in China. New Engl J Med. 2016; 374(14):1332-1343.

 

Vari studi condotti in popolazioni dei Paesi occidentali hanno dimostrato che un elevato consumo di frutta si associa a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari1-4. Tale associazione è meno documentata nelle popolazioni non occidentali, dove le abitudini alimentari, lo stile di vita e la presentazione della malattia cardiovascolare differiscono, spesso sostanzialmente, da quelli dei Paesi occidentali.

Interessanti risultati sull’associazione tra consumo di frutta fresca e ridotto rischio cardiovascolare sono stati recentemente ottenuti dal China Kadoorie Biobank Study e pubblicati sul New England Journal of Medicinenell’aprile 2016. Lo studio, coordinato congiuntamente dall’Università di Oxford e dall’Accademia Cinese di Scienze Mediche, si è proposto di analizzare l’associazione tra consumo di frutta fresca e malattie cardiovascolari in Cina. L’analisi ha coinvolto 451.665 persone (58,8% donne) arruolate tra il 2004 e il 2008 in 10 regioni della Cina (5 urbane e 5 rurali). Per essere inclusi nell’analisi, i partecipanti non dovevano avere una storia di malattia cardiovascolare o essere in trattamento con un antipertensivo. Nel corso della visita iniziale, sono stati registrati i dati demografici e raccolte informazioni sullo stile di vita (fumo, consumo di alcol, dieta, attività fisica); sono stati misurati il peso, l’altezza, il girovita, la pressione e la glicemia. Per quanto riguarda il consumo di frutta fresca, è stato chiesto ai partecipanti di indicare quanto frequentemente ne mangiavano, scegliendo tra cinque categorie di frequenza: ogni giorno, 4-6 giorni/settimana, 1-3 giorni/settimana, mensilmente, raramente o mai (non-consumatori). I partecipanti sono stati poi seguiti periodicamente attraverso il Chinese Center for Disease Control and Prevention e i dati del sistema di assicurazione sanitaria nazionale cinese relativi alle ospedalizzazioni. In particolare, sono stati presi in considerazione i seguenti eventi cardiovascolari: morte per cause cardiovascolari, eventi coronarici maggiori più infarto miocardico non fatale, ictus emorragico e ictus ischemico.

Complessivamente, il 18% dei partecipanti consumava frutta fresca ogni giorno, il 9% ne consumava 4-6 giorni/settimana, il 32% 1-3 giorni/settimana, il 35% mensilmente, e il 6% non ne consumava mai o raramente. Rispetto ai non-consumatori, i consumatori quotidiani di frutta fresca avevano un indice di massa corporea (BMI) più elevato di 0,5 punti, un girovita superiore di 0,9 cm, e valori pressori e glicemici più bassi (di 4,0 mm Hg per la pressione sistolica, 1,4 mm Hg per quella diastolica; di 0,5 mmol/L, o 9,0 mg/dL, per la glicemia). Nel follow-up complessivo dello studio, pari a 3,2 milioni di anni-persona, sono stati registrati 5.173 decessi per malattia cardiovascolare, 2.551 eventi coronarici maggiori fatali o non fatali, 14.579 ictus ischemici e 3.523 ictus emorragici. L’analisi del rischio di andare incontro a uno di questi eventi ha evidenziato un’associazione marcata e inversa tra consumo di frutta e rischio cardiovascolare. Più precisamente, nelle persone che mangiavano quotidianamente una porzione di frutta fresca il rischio di morte per cause cardiovascolari era ridotto di quasi il 40% rispetto ai non-consumatori, mentre il rischio di eventi coronarici maggiori, ictus ischemico e ictus emorragico era ridotto, rispettivamente, del 30%, 20% e 31%. Tali associazioni erano indipendenti dalle caratteristiche demografiche e basali, incluse pressione e glicemia.

Pertanto, i risultati del China Kadoorie Biobank Study confermano nella popolazione cinese quanto emerso dalle indagini condotte in popolazioni occidentali riguardo all’associazione tra elevato consumo di frutta e riduzione del rischio cardiovascolare. Nello studio cinese, tale associazione era più marcata, forse perché è stato considerato unicamente il consumo di frutta fresca, a differenza dei precedenti studi che hanno incluso anche il consumo di frutta lavorata. La domanda sull’esistenza di una relazione di causalità tra consumo di frutta e benefici cardiovascolari rimane tuttavia aperta e complessa. Se tale relazione fosse dimostrata, gli autori stimano, sulla base dei risultati dello studio, che il 16% delle morti per malattie cardiovascolari sarebbe attribuibile a un basso consumo di frutta. Applicando tale percentuale ai dati sulla mortalità cardiovascolare in Cina, il consumo quotidiano di una porzione di frutta fresca da parte di tutta la popolazione permetterebbe di prevenire circa 560.000 decessi per malattie cardiovascolari all’anno, di cui circa 200.000 prima dei 70 anni. L’impatto di un consumo maggiore di frutta fresca sulla salute della popolazione cinese potrebbe quindi essere notevole.

 

Bibliografia

  1. Oude Griep LM, Verschuren WM, Kromhout D, Ocké MC, Geleijnse JM. Raw and processed fruit and vegetable consumption and 10-year stroke incidence in a population-based cohort study in the Netherlands. Eur J Clin Nutr. 2011; 65(7):791-9.
  2. Crowe FL, Roddam AW, Key TJ, et al. Fruit and vegetable intake and mortality from ischaemic heart disease: results from the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC) Heart study. Eur Heart J. 2011; 32(10):1235-43.
  3. Bhupathiraju SN, Wedick NM, Pan A, et al. Quantity and variety in fruit and vegetable intake and risk of coronary heart disease. Am J Clin Nutr. 2013; 98(6):1514-23.
  4. He FJ, Nowson CA, Lucas M, MacGregor GA. Increased consumption of fruit and vegetables is related to a reduced risk of coronary heart disease: meta-analysis of cohort studies. J Hum Hypertens. 2007; 21(9):717-28.

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